Festa al Collegio S. Pietro! 56 giovani sacerdoti finiscono una tappa di studio e formazione, e tornano a casa, alle loro Chiese d’origine. Celebrazione nella comunità, che vede partire un suo pezzo alla missione. La famiglia del Collegio celebra la testimonianza: “Erano perseveranti nell’ascoltare gli insegnamenti degli Apostoli, nell’unione fraterna,
nello spezzare il pane e nelle preghiere”.
Le preghiere eucaristiche hanno una doppia epíclesis: nella prima chiediamo l’azione dello Spirito sul pane ed il vino perché diventino il corpo e il sangue del Signore. Nella seconda, l’effusione dello Spirito per trasformare la comunità nel corpo di Cristo. Il senso dell’Eucaristia ogni giorno al Collegio non finisce nella presenza reale di Cristo; è anche orientata alla trasforma- zione della comunità dei sacerdoti nel corpo di Cristo. Lo Spirito fa presente il Risuscitato e cerca di formare la sua comunità fra noi. Una comunità di sacerdoti per la missione di Gesù.
Aggiungiamo una terza epíclesis: chiediamo l’effusione dello Spirito per trasformare la vita, i rapporti, in Regno di Dio. E’ il senso della nostra missione. Non possiamo ridurre lo Spirito alla dimensione personale e comunitaria-ecclesiale. La Chiesa si apre al Regno. E’ il progetto di Dio: un’umanità in armonia tra se stessa, con la natura e con Dio. Generare una koinonía interumana, cosmica e trinitaria. Su questo è orientata la Chiesa, sul Regno: il suo dinamismo e la sua missione. Con la consapevolezza che quando l’annunciatore si fa piccolo, l’annuncio si fa grande.
Nella missione nelle vostre diocesi, cari sacerdoti, non sarete operai sotto gli ordini di un padrone, ma artisti ispirati dallo Spirito. Gli Apostoli non sono scesi dalla montagna come Mosè con le tavole di pietra nelle mani; loro uscirono dal cenacolo con lo Spirito nel cuore. La vostra uscita dal Collegio...con lo Spirito nel cuore. Soltanto dopo la Pentecoste, il gruppo dei discepoli diventa comunità missionaria. Voi entrate nella missione di Gesù facendo parte di una comunità. Nelle vostre Chiese lo Spirito è l’agente. Missione non è qualcosa che fa la mia diocesi; è quello che fa lo Spirito, che cambia il mondo, la mia diocesi e me stesso. I profeti collaborano con lo Spirito quando cambiano il loro modo di pensare, sentire, agire. La missione per noi è spiritualità e la spiritualità è missione: vivere nello Spirito, agire dallo Spirito, muoversi nello Spiri- to. Sacerdoti del Collegio S. Pietro... Uomini che stano non soltanto nelle cose di Dio, ma stanno in Dio.
Lo Spirito ci porta a vivere dal cuore, unificati. Ci aiuta ad unificare interiorità e azione, preghiera e impegno. Il cuore può essere abitato da Dio e il suo Regno, o da noi e i nostri regni. Siate contemplativi nell’azione e attivi nella contemplazione. Il Signore sarà il vostro centro quando pregate e quando agite. Sacerdoti partenti oggi... uomini dello Spirito, che passano tante ore in ginocchio davanti al tabernacolo come in ginocchio nel servizio ai poveri. Non vivere nell’errore di unire le mani per pregare senza muovere un dito per servire. Nei momenti di tristezza e solitudine, mettetevi davanti al tabernacolo e andate a visitare delle persone nel bisogno. Mi auguro che questa sia la vostra passione. Le vostre diocesi non hanno bisogno di teologi che sviluppano metafisica religiosa, ma profeti del Vangelo e testimoni di Gesù. Siate uomini di fede, uomini appassionati. La fede non è un’idea, è una passione. La santità non è una passione spenta, ma una passione convertita.
Il mandato missionario non è soltanto “Andate e fate miei discepoli...” E’ pure mandato mis- sionario le ultime parole della parabola del Samaritano: “Va’ e anche tu fa’così.” Nel Collegio avete vissuto ore davanti al Santissimo esposto. Magari, nel guardare Gesù esposto, avete impar- ato a vivere una vita esposta.
nello spezzare il pane e nelle preghiere”.
Le preghiere eucaristiche hanno una doppia epíclesis: nella prima chiediamo l’azione dello Spirito sul pane ed il vino perché diventino il corpo e il sangue del Signore. Nella seconda, l’effusione dello Spirito per trasformare la comunità nel corpo di Cristo. Il senso dell’Eucaristia ogni giorno al Collegio non finisce nella presenza reale di Cristo; è anche orientata alla trasforma- zione della comunità dei sacerdoti nel corpo di Cristo. Lo Spirito fa presente il Risuscitato e cerca di formare la sua comunità fra noi. Una comunità di sacerdoti per la missione di Gesù.
Aggiungiamo una terza epíclesis: chiediamo l’effusione dello Spirito per trasformare la vita, i rapporti, in Regno di Dio. E’ il senso della nostra missione. Non possiamo ridurre lo Spirito alla dimensione personale e comunitaria-ecclesiale. La Chiesa si apre al Regno. E’ il progetto di Dio: un’umanità in armonia tra se stessa, con la natura e con Dio. Generare una koinonía interumana, cosmica e trinitaria. Su questo è orientata la Chiesa, sul Regno: il suo dinamismo e la sua missione. Con la consapevolezza che quando l’annunciatore si fa piccolo, l’annuncio si fa grande.
Nella missione nelle vostre diocesi, cari sacerdoti, non sarete operai sotto gli ordini di un padrone, ma artisti ispirati dallo Spirito. Gli Apostoli non sono scesi dalla montagna come Mosè con le tavole di pietra nelle mani; loro uscirono dal cenacolo con lo Spirito nel cuore. La vostra uscita dal Collegio...con lo Spirito nel cuore. Soltanto dopo la Pentecoste, il gruppo dei discepoli diventa comunità missionaria. Voi entrate nella missione di Gesù facendo parte di una comunità. Nelle vostre Chiese lo Spirito è l’agente. Missione non è qualcosa che fa la mia diocesi; è quello che fa lo Spirito, che cambia il mondo, la mia diocesi e me stesso. I profeti collaborano con lo Spirito quando cambiano il loro modo di pensare, sentire, agire. La missione per noi è spiritualità e la spiritualità è missione: vivere nello Spirito, agire dallo Spirito, muoversi nello Spiri- to. Sacerdoti del Collegio S. Pietro... Uomini che stano non soltanto nelle cose di Dio, ma stanno in Dio.
Lo Spirito ci porta a vivere dal cuore, unificati. Ci aiuta ad unificare interiorità e azione, preghiera e impegno. Il cuore può essere abitato da Dio e il suo Regno, o da noi e i nostri regni. Siate contemplativi nell’azione e attivi nella contemplazione. Il Signore sarà il vostro centro quando pregate e quando agite. Sacerdoti partenti oggi... uomini dello Spirito, che passano tante ore in ginocchio davanti al tabernacolo come in ginocchio nel servizio ai poveri. Non vivere nell’errore di unire le mani per pregare senza muovere un dito per servire. Nei momenti di tristezza e solitudine, mettetevi davanti al tabernacolo e andate a visitare delle persone nel bisogno. Mi auguro che questa sia la vostra passione. Le vostre diocesi non hanno bisogno di teologi che sviluppano metafisica religiosa, ma profeti del Vangelo e testimoni di Gesù. Siate uomini di fede, uomini appassionati. La fede non è un’idea, è una passione. La santità non è una passione spenta, ma una passione convertita.
Il mandato missionario non è soltanto “Andate e fate miei discepoli...” E’ pure mandato mis- sionario le ultime parole della parabola del Samaritano: “Va’ e anche tu fa’così.” Nel Collegio avete vissuto ore davanti al Santissimo esposto. Magari, nel guardare Gesù esposto, avete impar- ato a vivere una vita esposta.